Dettaglio degli argomenti trattati a lezione

template di questi appunti, con info su html

Nota: si prevede che questi appunti saranno più stringati di quelli dello scorso anno.
Si fa quindi riferimenti ad essi per dettagli, approfondimenti e link.

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Nr.Giorno         Nr.Giorno         Nr.Giorno
0preliminari   8Lunedì 15/11   16Giovedì 16/12
1Mercoledì 20/10   9Giovedì 18/11   17Lunedì 10/1
2Giovedì 21/10   10Lunedì 22/11   18 Giovedì 18/1
3Lunedì 25/10   11Giovedì 25/11   19 Giovedì 20/1
4Giovedì 28/10   12Lunedì 29/11   20 Lunedì 25/1
5Giovedì 4/11   13Giovedì 2/12   21
6Lunedì 8/11   14Giovedì 9/12   22
7Giovedì 11/11   15Lunedì 13/12   23  


Raccomandazioni preliminari (prima dell'inizio)

 
Lezione 1 (20/10/10) [1 ora]
Lavoro per casa: ripasso delle leggi di Keplero, in particolare ricavare la III legge dal moto circolare uniforme

Letture consigliate: (per dettagli vedi appunti dello scorso anno)


 
Lezione 2 (21/10/10) [3 ore]

 
Lezione 3 (25/10/10) [2 ore]
 

Lezione 4 (28/10/10) [3 ore]
 

Lezione 5 (4/11/10) [4 ore]
 

Lezione 6 (8/11/10) [2 ore]
 

Lezione 7 (11/11/10) [3 ore]
 

Lezione 8 (15/11/10) [3 ore]
 

Lezione 9 (18/11/10) [3 ore]
 

Lezione 10 (22/11/10) [3 ore]
 

Lezione 11 (25/11/10) [3 ore]
 

Lezione 12 (29/11/10) [3 ore]
 

Lezione 13 (2/12/10) [4 ore]
[Speciale lezione/seminario/esame]  

Lezione 14 (9/12/10) [3 ore]
Bibliografia:  

Lezione 15 (13/12/10) [3 ore]
 

Lezione 16 (16/12/10) [3 ore]
  • Inferenza trivariata e fit.
    • f(m,c,σ|x,y) -> 3 dimensioni -> normalizzazione e 3 marginalizzazioni.
    • Confrontare con i metodi approssimativi usati in fit_densita.R.
     

    Lezione 17 (10/01/11) [2 ore]
    • Confronto risultati densità palline assumendo σ nota (stimata con il metodo dei residui)
    • Inferenza trivariata e fit nel caso di σ ignota
      • Facciamo uso di una prior uniforme (imponendo σ positiva)
      • f(m,c,σ|x,y) -> 3 dimensioni -> normalizzazione e 3 marginalizzazioni.
      • Significato del coefficiente di correlazione fra intercetta e pendenza
    • Urti
      • La Quantità di moto di un sistema isolato è costante nel tempo.
      • Schematizzazioni generali: perfettamente elastico; perfettamente anelastico; anelastico (tutti i casi realistici sono per definizione non ideali).
      • Urto perfettamente anelestatico: si annulla l'energia meccanica nel centro di massa, il quale prosegue alla velocità che aveva prima dell'urto.
      • Urti elastici:
        • leggi di conservazione nell'urto perfettamente elastico;
        • caso unidimensionale (con sottocasi di particolare interesse):
          • legge dell'inversione della velocità relativa (o dell'uguaglianza delle somme delle velocità);
          • casi notevoli quando uno dei corpi ha massa 'infinita' (ovvero inerzia infinita e quindi non può cambiare velocità):
            • urto su pavimento o su parete;
            • urto di pallina da golf in movimento contro pallina da ping-pong ferma (e stima dei rapporti di velocità dalla distanza di caduta);
            • collisione frontale fra pallina da golf e pallina da ping-pong (e nuova stima...);
            • rimbalzo di pallina da golf con 'a cavallo' pallina da ping pong;
            • applicazioni calcistiche: colpo su palla ferma; colpo a seguire; contraccolpo; colpo 'accompagnato' (v pallone uguale a v piede);
            • Uovo messo in rotazione:
              • velocità iniziale di rotazione di uovo sodo e uovo fresco sono uguali (pari a quella delle dita);
              • l'uovo fresco acquista momento quantità di moto ed energia cinetica inferiore a quelle dell'uovo sodo; poi segue trasferimento a strati interni.
          • Altro caso notevole: masse uguali, urto frontale o di una in moto contro una ferma: soluzioni basate su uso di ragionamenti generali (simmetria del problema) e di trasformazioni galileiane delle velocità.
          • Alcuni gadget:
            • Simulazione di urti elastici ed anelastici
            • urti consecutivi di palline sospese (`pendoli di Newton');
            • versione 'sicura' delle `clic clac' (palline che schioccano, tipo queste, ma con bastoncini di plastica, invece degli spaghi, ruotanti intorno ad un asse): spiegazioni delle due 'soluzioni' (a parte quella banale di inseguimento).
      • Funzione dei guantoni nella boxe (nell'urto la variazione della quantità di moto avviene in un dt maggiore, quindi la forza applicata è minore)
      • Ottica geometrica.
        • Semplici esperimenti con proiettore (la sorgente), schermo e occhiali da vista, per stimare la distanza focale delle lenti attraverso la legge 1/p + 1/q = 1/f (nel caso p>>f di sorgente all'infinito):
          • lenti convergenti (da presbite): misuriamo la distanza tra lente e immagine a fuoco della sorgente sullo schermo, per tre occhiali diversi;
          • lenti convergenti in cascata: notiamo che la distanza focale diminuisce (la luce viene deviata due volte) e le diottrie si sommano;
          • lenti divergenti (da miope): misuriamo la distanza tra lente e immagine a fuoco della sorgente, che si forma tra sorgente e occhiale.
            • La diottria è l'inverso della distanza focale espressa in metri.
            • L'immagine reale si vede sullo schermo, l'immagine virtuale è quella che "si vede realmente"! [direttamente con gli occhi]
            • L'esperimento con materiale povero si dimostra qualitativamente significativo quanto uno eseguito con un banco ottico.
          Rifrazione della luce:
          • Innalzamento apparente del fondo (si pensi al fondo della piscina, alle gambe che al mare sembrano accorciarsi):
            • coloriamo il fondo di un bicchiere e lo osserviamo dall'alto, (circa) normalmente al piano dell'acqua, misurando la distanza a cui ci appare il fondo, rispetto al bordo: il rapporto tra profondità vera e profondità apparente è pari all'indice di rifrazione dell'acqua. Verificarlo.
     

    Lezione 18 (18/01/11) [2 ore]
    • Valore atteso e covarianza di variabili di output (Y i) dat da combinazioni lineari di variabili di input ( X i) indipendenti
      • Covarianza e coefficiente di correlazione: è vantaggioso usare ρ essendo adimensionale rispetto alla covarianza che può avere dimensioni "miste" e inoltre - 1 < ρ < 1
      • Caso semplice: Cov(X1,X2) = E [( X1 - E [X1])( X1 - E [X2])]
        per la linearit?: Cov( X1,X2) = E [ X1 X2] - E [ X1] E [ X2)]
      • A partire da questa si dimostra che se sono indipendenti Cov(X1,X2) = 0 : basta passare agli integrali, come conseguenza dell'ipotesi di indipendenza f ( X1, X2) = f ( X 1 ) f ( X 2) e perciò:
        E [ X1 X2] = E [ X1] E [ X2)] (vedi dispense PRO par 9.5.2)
      • Non è vero il contrario, cioò si possono avere due grandezze non indipendenti con Cov(X1,X2) = 0 e quindi ρ(X1,X2) = 0 --> esempio del "cratere"
      • Var(Yl) delle variabili di output e Cov (Y1,Y2) (vedi dispense BMS par 11.4)
      • σlm = ∑ij c li c mj σij -->dove σlm= Cov( Xl,Xm) se l≠m e Var (Xl) se l=m
      • Anche se non c'è covarianza tra le variabili di input X i pu? esserci covarianza tra le Yi se queste dipendono dalle stesse variabili X i
      • Notazione matriciale di varianze e covarianze
        • Per le combinazioni lineari: Y = C X dove C è la matrice dei coefficienti, X è il 'vettore' delle grandezze di input, Y è il 'vettore' delle grandezze di output
        • Per varianze/covarianze delle grandezze di output: VY = C VX CT, dove le V sono le matrici di covarianza
        • Linearizzazione dei casi non lineari: C diventa la matrice delle derivate.
    • Lezione congiunta con il dottorato: introduzione su questioni di incertezze di misura:
     

    Lezione 19 (20/01/11) [1 ora]
    • Breve spiegazione dell'uso del regolo calcolatore
    • Importanza del coefficiente di correlazione ρ(m,c)
      Ad esempio se trasliamo i dati lungo la x, l'errore su c varierà.
    • Distribuzione normale bivariata
      (vedi dispense PRO par 9.10)
      • Caso semplice di due variabili indipendenti.
      • Caso di due variabili correlate (trattazione non rigorosa).
      • Accenno al caso generale di distribuzione multivariata.
      • Esercizio: provare a costruire con R un generatore di numeri gaussiani bivariati a partire dai seguenti valori:
        • xmedio=2.5 , σx=0.5
        • ymedio=1.5 , σy=0.5
        • nel caso di correlazione:
          • ρ= -0.8
          • ρ= 0.9
      • Soluzione (con varianti): normale_bivariata.R
    • f(m,c|{x,y})
      • se la media delle x è nulla, f(m,c|{x,y}) si riduce al prodotto di due gaussiane, ovvero:
              f(m,c|{x,y})=f(m|{x,y})×f(c|{x,y})
             → coefficiente di correlazione fra m e c si annulla;
      • altrimenti ci si mette nel sistema traslato x'=x-xm nel quale la media delle x' è nulla:
             E[m'], Var[m'], E[c'], Var[c'] (non correlati)
                   Traslazione nel sistema originario:
                    → E[m], Var[m], E[c], Var[c], Cov(m,c).
     

    Lezione 20 (25/01/11) [1 ora]
    • Esercizio: Sapendo che in LHC ci sono 1013protoni, e che l'energia di LHC è di 7TeV:
      • quanta energia cinetica hanno i protoni?
      • considerando un veicolo che viaggia a 200 km/h, che massa dovrebbe avere il veicolo affinche la sua energia cinetica sia pari a quella dei protoni?
    • Incertezze di misura (nota su Errori ed incertezze di misura):
      • valore (vero), errore ed incertezza; cause delle incertezze di misura (vedi dispense pagine 8 e ss.)
      • Incertezze di tipo A e di tipo B (pag 57 e ss.)
      • Come tener conto dell'incertezza (di tipo B) dovuta agli errori sistematici più comuni:
        • errore di zero (pag 47 e ss.)
        • errore di scala (pag 49 e ss.)

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